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sabato 8 dicembre 2012

Regione: L’Assessore Caligiuri commenta il premio “De Gustibus”


"Anche la cucina rappresenta una testimonianza della cultura calabrese, antica e nuova". E' quanto ha dichiarato l'Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri, commentando il riconoscimento quale "migliore ristorante emergente d'Italia al "De Gustibus" di Maurizio Sciarrone, di Palmi. Il riconoscimento e' stato assegnato dalla ''Guida ai ristoranti 2013'' de "Il Sole-24 Ore", curata da Davide Paolini.
"Il riconoscimento a Maurizio Sciarrone - prosegue Caligiuri - e' un bel segnale per tutta la Calabria che, con 45 citazioni nella guida gastronomica del "Sole", supera l'emarginazione anche a livello gastronomico e si afferma come uno dei protagonisti nazionali della gastronomia. L'attestato a Maurizio quale astro emergente della cucina italiana e' finanche tardivo, dal mio punto di vista, rispetto alla straordinaria qualità della sua cucina, espressione delle nostre tradizioni più vere, a cominciare dalla "struncatura", quel particolare tipo di pasta che si fabbrica con i resti della lavorazione". Caligiuri ha infine ricordato il progetto, avviato dalla Regione d'intesa con l'Ufficio Scolastico Regionale, che quest'anno si realizzerà negli istituti alberghieri d'intesa con il consorzio della ristorazione calabrese di qualità "Assapori", che riunisce il meglio della cucina calabrese e che vedrà coinvolti mille studenti e diecine dei migliori chef della regione.

Regione: L’Assessore ai Trasporti Fedele precisa in merito alla soppressione di alcuni treni nel catanzarese


L’Assessore regionale ai Trasporti, Luigi Fedele – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta - interviene in merito all’ordine del giorno presentato, nel corso dei lavori dell’ultima seduta del Consiglio regionale, dal vice capogruppo dell’Udc, Gianluca Gallo, firmato e sostenuto anche dal Consigliere regionale del Pd, Mario Franchino ed unificato con altro analogo presentato dal Consigliere regionale Mario Magno, relativo alla soppressione di alcuni treni nel catanzarese.
“La recente riprogrammazione dei servizi regionali di Trenitalia – ha dichiarato l’assessore Fedele – s’inquadra in una situazione finanziaria difficile che fa seguito ad una significativa decurtazione delle risorse trasferite dallo Stato. Basti sapere che, in relazione agli esempi che ci vengono forniti dalle regioni confinanti e che hanno un impatto con i servizi della nostra regione, i tagli attuali ai servizi seguono quelli della Puglia di un anno fa, che già aveva soppresso le corse ferroviarie di sua competenza sulla linea Taranto-Sibari, e della Campania di qualche mese fa, cui abbiamo sopperito con nostri servizi nel tratto Paola-Sapri. Ancor più grave, paradossalmente, è la situazione della Calabria. Proprio per non aver disposto i tagli in precedenza – ha aggiunto l’Assessore Fedele - la nostra regione si deve, oggi, sobbarcare il notevole peso finanziario di quei servizi che non saranno coperti con le ripartizioni delle risorse per il 2012 e che soltanto adesso il Governo si appresta ad effettuare. E’ ancora del tutto incerto l'apporto che le risorse autonome del bilancio regionale, in corso di definizione in questi giorni, potranno garantire per sopperire al ridursi delle risorse statali e per compensare le risorse per il periodo precedente. Ma, nell’ambito del pesante quadro finanziario, questo tipo di scelta, peraltro già affrontata da altre regioni, diventa inevitabile. Anzi, potrebbe essere necessario andare oltre. Un quadro, tra l’altro, imposto dall'art. 9 della legge di stabilità, in corso di approvazione, che impone che le regioni provvedano: "alla riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico locale e di trasporto ferroviario regionale, rimodulano i servizi a domanda debole e sostituiscono [...] le modalità di trasporto da ritenersi diseconomiche, in relazione al mancato raggiungimento del rapporto tra ricavi da traffico e costi del servizio". In questo contesto – ha successivamente affermato l’Assessore Fedele - dovendo adempiere alla normativa nazionale, si imporranno ulteriori riduzioni delle corse. Solo per fare qualche esempio, la linea Sibari-Metaponto, con una media di 30 passeggeri per convoglio, non giustifica l'utilizzo del mezzo ferroviario rispetto al criterio del rapporto ricavi/costi. Stiamo considerando la possibilità di dover rivedere pesantemente l'intero assetto del trasporto ferroviario. Intanto – ha concluso l’assessore Fedele - martedì prossimo ho convocato un incontro con i Sindaci del territorio per avviare, nell'immediato, quei correttivi possibili per attenuare i disagi che potranno limitarsi solo agli orari di punta (inserimento di corse sostitutive a mezzo bus, riattivazione di fermate soppresse)”.

Provincia RC: Svincolo Bagnara, affondo di Raffa sull'ANAS


“Il comportamento dell’Anas sullo svincolo di Bagnara dell’A3 mi riporta col pensiero al West e al passaggio della ferrovia. Il progetto di costruire quella grande infrastruttura aveva come obiettivo la grandezza degli Stati Uniti  che, per certi versi “giustificava” la forza delle compagnie e, dunque dello Stato, nei confronti degli indiani. Quelli della mia generazione, anche grazie al cinema,  hanno ancora negli occhi il racconto epico  di quel periodo storico parteggiando per il progresso (il passaggio dei treni) o per la difesa  di un popolo che rivendicava il diritto alla terra e alle sue consuetudini”.
Giuseppe Raffa, presidente della Provincia, si affida a queste reminiscenze storiche per reiterare il diritto dei cittadini di Bagnara, S. Eufemia d’Aspromonte, Sinopoli, Cosoleto, San Procopio, così come di altri comuni che fanno parte di questo comprensorio, a non essere isolati dall’ammodernamento della Salerno – Reggio Calabria, concepita per agevolare lo sviluppo socio – economico del Mezzogiorno, della Calabria, e, in questo caso, del reggino. 
“Paragonare il dramma degli indiani – dice ancora Raffa - a quello dei quasi ventimila abitanti che, prima del nuovo percorso, utilizzavano il vecchio svincolo di Bagnara, forse è un po’ troppo. Lo è, senz’altro, perché Pietro Cucci, presidente dell’Anas, non è certo il colonnello John Stevens: il primo operò per lo sviluppo americano, il secondo, che da anni promette la costruzione dello svincolo, non coglie quali potrebbero essere le conseguenze negative della chiusura della vecchia struttura. Lo stesso Ciucci dimostra di non tener conto delle istanze  della deputazione calabrese, della Regione, della Provincia che io ho l’onore di amministrare, dei sindaci delle comunità che, a causa della sua ostinata decisione, sono state costrette a una condizione di emarginazione.  Il presidente dell’Anas, in tutti questi anni, ha tessuto una tela di Penelope, poi ha usato lo stratagemma  del coinvolgimento del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che, giustamente, ha posto l’accento sui problemi di sicurezza rispetto all’idea di un’opera posticcia e indigesta ai vertici dell’ Azienda che presiede. E allora “cosa fatta capo ha”? Teoria che respingiamo, soprattutto perché il nuovo tracciato della Salerno-Reggio ha privato i cittadini di una parte importante della Provincia della possibilità di esercitare alcuni diritti essenziali: a cominciare da quello alla tutela della salute, costituzionalmente sancito e tuttavia non più effettivamente garantito a causa della distanza dalle strutture ospedaliere più vicine. Inoltre, la chiusura del vecchio svincolo ha compromesso l’attività economica di piccole e medie realtà commerciali e artigianali”.  Il presidente della Provincia è convinto che, di fronte ai “muscoli” dell’Anas, necessitano forti iniziative per tutelare gli interessi di intere comunità. “L’ente autonomo delle strade – conclude Raffa -  ha invaso i territori, modificato l’orografia della zona,  e, indirettamente, ha minato lo sviluppo di questa parte della provincia. Allora, l’unica soluzione è pretendere un indennizzo da parte dell’Anas che dovrà concretizzarsi nel realizzare uno svincolo adeguato alle esigenze degli abitanti della zona che peraltro hanno ricevuto una precisa promessa in questo senso ormai da dieci anni. Per attuare questa strategia c’è tutta la nostra determinazione. Vogliamo far capire, una volta per tutte, che i reggini non sono sudditi, ma cittadini di un unico Stato, in cui Nord e Sud oltre agli stessi doveri hanno gli stessi diritti. Con buona pace di quanti la pensano come Pietro Ciucci”. 

Reggio calabria: Sinistra Ecologia Libertà a fianco dei precari in sciopero il 10 dicembre


“Siamo vicini a tutti i lavoratori precari Lsu-Lpu della regione Calabria che hanno annunciato lo sciopero generale per giorno 10 dicembre.
Condividiamo l’allarme lanciato dall’Unione Sindacale di Base: gli Lsu-Lpu, sono stanchi di essere considerati lavoratori in nero, senza diritti, sottopagati, senza futuro, considerati un peso, laddove sono diventati, nel corso degli anni, insostituibili negli enti dove lavorano.
Per questo saremo a loro fianco anche in occasione della manifestazione lanciata dall’USB Calabria prevista per la mattina del 10 dicembre a Villa San Giovanni.”

venerdì 7 dicembre 2012

Regione: Giordano e Talarico (Idv) sulla Fondazione Campanella


“Purtroppo siamo stati profetici in questi due anni e mezzo denunciando, sistematicamente, la superficialità con la quale è stata trattata la vicenda relativa alla Fondazione Campanella,  l’illusione data ai dipendenti e l’arroccarsi su una posizione che è stata abbondantemente censurata e cassata da tutti gli organi: Corte dei Conti, Consulta, la stessa Commissione per gli errori e disavanzi sanitari. Oggi, metodologicamente, con un emendamento sostitutivo, si stravolge l’impianto di una legge, quella sull’istituzione dell’IRCCS alla quale in Commissione noi dell’Idv, avevamo votato contro”.
E’ quanto dichiarano Giuseppe Giordano e Mimmo Talarico, consiglieri regionali dell’Idv, che aggiungono: “Un impianto metodologico stravolto che prevede una struttura privata accreditata o in fase di accreditamento dove le opacità ed i dubbi sono persistenti. Crediamo che la maggioranza avrebbe fatto bene a non approvarla, ma a fare una profonda rivisitazione rispetto anche a molte altre questioni, riguardanti anche le metodologie di finanziamento, dal momento che si vorrebbe attingere ai fondi destinati alla ricerca e che dovrebbero essere generati per poli di innovazione. Sono troppe le ombre su questa legge e ci danno la stura a valutare che anche questa volta probabilmente sarà l’ennesimo flop, ci dispiace per coloro che hanno giuste aspettative ed attendono delle risposte. La Fondazione Campanella, la cui storia è fatta di buoni risultati ma è anche di sprechi, di abusi, di evidenti violazioni di leggi, di erogazioni di denaro pubblico che hanno sfiorato i 100milioni di euro. Oggi non siamo a conoscenza dei bilanci e ci saremmo aspettati che ci fosse un’operazione verità sui conti, che si individuassero le responsabilità, che soprattutto si indicasse un percorso certo non solo per quanto riguarda i lavoratori, ma soprattutto per quanto concerne i servizi erogati, che per esplicita ammissione del Presidente Scopelliti ‘il 65 % delle prestazioni erogate sono di tipo non oncologico’. Un dato che deve far riflettere insieme al fatto che si acquisisce in un contesto generale di crisi finanziaria ed anche morale della sanità calabrese un altro pezzo di sanità privata”.
Giordano e Talarico concludono così: “Si persiste dunque su una strada sbagliata e pertanto anche questa volta abbiamo detto no con pacatezza, ma con altrettanta fermezza e serietà alla proposta di legge presentata dalla maggioranza ABC ovvero Pdl, Pd, Udc”.

Patrizia Mirigliani: i ragazzi devono poter rimanere al Sud!


Questa mattina, l’appello della Patron a 500 studenti e trenta miss durante la presentazione del docu-film ‘Storia di un ragazzo calabrese’ nella sede del  Consiglio Regionale della Calabria

Un appello di Patrizia Mirigliani alla presenza di oltre 500 studenti provenienti dalle scuole di tutte le province calabresi, affinché affrontino la vita con coraggio e determinazione è stato fatto questa mattina in occasione della presentazione del docu-film ‘Storia di un ragazzo calabrese’ sul patron di Miss Italia, avvenuta nell’Auditorium Calipari di Palazzo Campanella, sede del Consiglio Regionale della Calabria.

«Ragazzi – ha esclamato Patrizia – niente vi sarà regalato». Riferendosi alla storia di suo padre, che ha lasciato la sua terra molto giovane, ha continuato: «Dovete essere liberi, e per essere liberi occorre avere coraggio. Spero vivamente e vi auguro che in futuro non ci siano più partenze dalla nostra Calabria!».

Commossa dall’entusiasmo mostrato dai ragazzi, la patron ha messo in luce alcuni episodi del film prendendo spunto per parlare della necessità di creare opportunità nella loro terra e per rimarcare quanto sia importante credere nei propri sogni e cercare di realizzarli. «I figli i genitori non li conoscono mai abbastanza finché non ne sentono la mancanza. Pensiamo che crescere significhi proprio andare contro di loro, rivendicare la propria libertà», ha detto. «Chi era mio padre? Un uomo che ha realizzato il suo sogno, e che poi ha lavorato per avverare quelli di tante ragazze. Dovete perseguire i vostri obiettivi con forza e determinazione, solo così arriverete a guadagnarvi il futuro. Mio padre è dovuto emigrare al nord per trovare fortuna, facciamo in modo di creare le condizioni perché voi ragazzi non dobbiate più partire, né al nord né all’estero. Avete bisogno di rimanere a casa vostra e di costruire il vostro e il nostro futuro qui», ha concluso.

Il presidente del Consiglio Francesco Talarico ha sottolineato: «La nostra regione ce la può fare, dobbiamo impegnarci tutti, fare il possibile e l’impossibile per creare opportunità di lavoro ai giovani: lo stimolo ci viene anche dato dall’esempio di Enzo Mirigliani, come è ben illustrato nel docu-film».
Il presidente ha rimarcato il valore educativo della giornata odierna e della proiezione. «Abbiamo l’opportunità di presentare la vita di un calabrese prestigioso che ci spinge ad andare avanti. Non ci dobbiamo rassegnare, né lasciare andare, come se tutto dipendesse dagli altri, occorre essere ottimisti. Oggi noi istituzioni dobbiamo creare occasioni di crescita e lavoro all’interno del nostro territorio».

Il presidente ha poi ringraziato Patrizia Mirigliani per l’impegno del Concorso nell’aiutare i giovani. «Miss Italia – ha concluso – è nostra, appartiene al Paese perché è dalla parte della gioventù, che ha bisogno di essere avviata al lavoro».
Elogi anche al film nelle cui immagini «c’è tanta Calabria, ed è una bella Calabria, lontana dai luoghi comuni che mettono in risalto solo gli aspetti negativi».

Alla proiezione hanno assistito ben trenta miss del Concorso della regione, tra le quali le Miss Italia Stefania Bivone e Gloria Bellicchi, l’attrice, festeggiata ieri era al Festival Cinematografico di Reggio Calabria.

La Calabria ha reso così omaggio ad un uomo semplice e geniale che, partito dalla sua terra a 17 anni,  si è imposto con il suo lavoro e la sua intelligenza per diventare il “mito Mirigliani”.

Ieri sera, nel Teatro Cilea, nell’ambito del Festival Cinematografico, la città di Reggio Calabria ha reso omaggio al ‘patron’, assegnando alla figlia un riconoscimento «per la sua attività di promotrice della bellezza italiana e per aver portato avanti il lavoro del padre Enzo, consolidandolo e lanciandolo verso nuovi traguardi”.

Regione: Odg Magno (Pdl) su soppressione tratta Catanzaro lido - Lamezia Terme


Il consigliere regionale del Pdl Mario Magno ha presentato un ordine del giorno nel corso della seduta odierna di Consiglio regionale in merito alla soppressione del collegamento ferroviario Catanzaro lido – Lamezia Terme delle ore 07.40. Con la sua iniziativa, Magno “impegna il Presidente e la Giunta regionale ad attivarsi presso gli uffici regionali di Trenitalia per concordare strategie idonee ad evitare la cancellazione della suddetta corsa o comunque a favorire una mobilità migliore per gli utenti che normalmente usufruiscono di tale servizio”.
“Dal prossimo 9 dicembre, a seguito delle variazioni nei nuovi orari ferroviari, sarà soppressa la corsa delle FF. SS. delle 07.40 che collega Catanzaro Lido a Lamezia Terme a e viceversa”, rileva Magno, sottolineando “come  tale corsa abbia un importante valore sociale, consentendo a numerosi cittadini del comprensorio lametino e catanzarese- tra cui molti studenti -di raggiungere gli uffici della città di Catanzaro e Lamezia, gli ospedali e l’Università di Germaneto”.
Infine, Magno ricorda che “tale corsa ha da sempre rappresentato un punto fermo del sistema di mobilità Lamezia – Catanzaro, fino a farla ricadere in ‘fascia protetta’ durante le agitazioni sindacali e che, pertanto, il provvedimento avrebbe come grave conseguenza quella di rendere difficoltoso, se non impossibile, a coloro che usufruiscono normalmente del servizio pubblico, il raggiungimento della sede di lavoro in orari consoni”.

Provincia RC: riscaldamento nelle scuole


L’Amministrazione Provinciale ha disposto, a partire da lunedì 10 dicembre,   l’accensione dei riscaldamenti nelle scuole di sua competenza.  La decisione è stata assunta dal presidente dell’Ente Giuseppe Raffa al fine di rendere più vivibili gli ambienti scolastici che, in questi giorni di freddo, sono fonte di  gravi disagi   per gli studenti, i docenti e il personale della scuola.
Nonostante i tagli imposti alle province, l’Amministrazione Raffa ha deciso che il problema del riscaldamento degli istituti superiori di sua competenza rientri tra le priorità: intanto, perché si tratta di un servizio essenziale, poi perché bisogna assicurare ai nostri giovani una condizione ambientale che li aiuti nel loro percorso di formazione. E sul riscaldamento nelle scuole, il dottor Raffa  ha sottolineato che “ pur condividendo le preoccupazioni espresse nei giorni scorsi dal presidente dell’Upi Antonio Saitta abbiamo deciso di garantire  un così importante servizio attuando uno sforzo economico non indifferente nel contesto della politica dei tagli dai trasferimenti statali agli enti intermedi. Gli effetti dell’attuale momento di crisi – termina Raffa – non si possono scaricare sulle fasce deboli della società, soprattutto se si tratta dei giovani che sono poi la futura classe dirigente del Paese”. 

Regione: Dalla rimodulazione del Por Calabria Fesr 2007/2013 venti milioni di euro in più per gli ammortizzatori sociali


La Regione non è certo insensibile alle emergenze sociali che la grave crisi economica nazionale ed internazionale sta creando e si muove di conseguenza. Nell’ambito della recente rimodulazione del Por Calabria Fesr 2007/2013, approvata dalla Giunta, infatti, la somma di 16 milioni di euro che in un primo momento era stata destinata agli ammortizzatori sociali, è stata implementata in maniera sostanziosa e portata a 36 milioni di euro. Si tratta di uno sforzo notevole che certamente andrà a lenire le mille emergenze che in Calabria esistono in riferimento ai lavoratori precari, ai disoccupati ed a quanti si trovano oggi fuori dal mondo del lavoro. “E’ stata una decisione assunta tenendo conto delle oggettive necessità, in accordo anche con i sindacati, per aiutare tanti precari e tanti disoccupati ad affrontare il periodo di grande difficoltà -ha detto il Presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti-. La Calabria non può permettersi un ulteriore sfilacciamento del proprio tessuto sociale e, pur nelle ristrettezze e nelle difficoltà del momento, ha ritenuto di fare la propria parte aumentando i fondi da destinare agli ammortizzatori sociali”. Anche l’assessore alla Programmazione, Giacomo Mancini, ha sottolineato come “l’azione della Giunta regionale, guidata dal Governatore Scopelliti, sia sempre attenta alle emergenze sociali”.

Regione: Banda larga, trasmesso alla Commissione Europea il Grande progetto predisposto dalla Regione per implementare le reti di accesso delle TLC


Un altro dei grandi progetti voluti dalla Giunta regionale, e da finanziare nell’ambito del Por Calabria FESR 2007/2013, entra nella fase operativa. L’Autorità di Gestione del Por Calabria Fesr, Anna Tavano, ha infatti inoltrato alla Commissione Europea la scheda di descrizione del grande progetto “banda larga” che consentirà alla nostra regione di adeguarsi agli standard che le Istituzioni continentali  si sono poste come obiettivo da raggiungere entro il 2020 nell’ambito dell’Agenda digitale europea. Il “grande progetto” si definisce “Banda larga e sviluppo digitale in Calabria” e si prefigge di garantire internet veloce e superveloce, portando connettività ad almeno 30 Mbps. Il totale delle risorse previste per la realizzazione del progetto è di 126.894.600 euro; il 40% di questa somma sarà garantito dal contributo dell’Unione Europea, mentre la restante parte sarà a carico della Regione e dello Stato, anche perché responsabile dell’esecuzione del progetto, e quindi formalmente beneficiario del contributo, sarà il Ministero dello Sviluppo Economico-Dipartimento per le Comunicazioni. Ma cosa prevede in concreto il Grande progetto “Banda larga”? Si parte dalla considerazione che, nel prossimo futuro, tutti gli attori operanti nel mercato delle TLC dovranno adeguare le proprie piattaforme alla crescente richiesta di servizi da parte degli utenti; ciò imporrà una evoluzione sia in termini di tipologia di offerta che in termini di quantità di banda supportata. Tutti i segmenti della rete di TLC saranno coinvolti in questa inevitabile evoluzione tecnologica, ma è evidente che è la rete di accesso la porzione di infrastrutture sulla quale si dovranno concentrare gli sforzi finanziari degli Operatori di rete. Ed è altrettanto evidente che ci saranno aree, soprattutto in regioni come la Calabria che scontano ritardi strutturali, che finirebbero con l’essere ancora a lungo marginalizzate anche rispetto all’inevitabile adeguamento tecnologico delle reti TLC. Ecco perché la Regione Calabria, al fine di facilitare la diffusione dei servizi basati su connettività a Banda Ultra Larga ha sviluppato questo “grande progetto” finalizzato alla posa di cavidotti e di cavi ottici per consentire agli operatori di TLC l’implementazione delle reti di accesso a banda ultra larga. L’investimento coinvolgerà, a regime, 53 Comuni calabresi, 43 dei quali con popolazione superiore a 7000 abitanti e 10 con popolazione inferiore; interesserà 363.000 alloggi, di cui 200.000 con fibra disponibile alla base dell’edificio, che potranno essere abilitati ad una connettività di 30 Mbps; saranno inoltre collegati alla banda larga 236 edifici scolastici e 27 presidi sanitari calabresi. La realizzazione del grande progetto “banda larga” porterà ad una consistente riduzione del gap infrastrutturale che la Calabria sconta anche nel settore delle reti TLC e che non verrà certo ridotta dagli interventi che gli operatori del settore hanno programmato nel prossimo triennio 2013/2015. Il grande progetto “Banda larga”, che è coerente con le finalità della linea d’intervento del Por, concorrerà alla diffusione della Società dell’informazione, accrescerà l’accessibilità e la fruibilità di servizi digitali avanzati incrementando anche, di conseguenza, la competitività delle imprese calabresi. L’importanza fondamentale del grande progetto “Banda larga” è stato sottolineato dall’Assessore alla Programmazione nazionale e comunitaria, Giacomo Mancini: “La Calabria -dice Mancini- rischiava ancora una volta di essere marginalizzata, stavolta rispetto ad un piano infrastrutturale di fondamentale importanza per la fruizione dei servizi digitali da parte dei cittadini e, soprattutto, per la competitività delle aziende. Il grande progetto che la Regione ha messo in campo consentirà ai calabresi ed alle imprese di avere, nel futuro, le stesse opportunità offerte nelle altre aree del Paese”. 

ENEL GP: ENTRANO IN ESERCIZIO IN ITALIA 64 NUOVI MW EOLICI I DUE NUOVI IMPIANTI IN BASILICATA E CALABRIA

Roma, 7 dic. - (Adnkronos) - Enel Green Power ha collegato alla rete gli impianti eolici di Cutro in Calabria, in provincia di Crotone, e di Potenza - Pietragalla, in Basilicata. Il primo impianto, quello di Cutro, si legge in una nota, e' costituito da 23 aeorogeneratori da 2 MW ciascuno, per una capacita' installata totale di 46 MW. L'impianto sara' in grado di produrre a regime circa 100 milioni di KWh di energia 'pulita' all'anno, evitando cosi' l'emissione in atmosfera di circa 26 mila tonnellate di CO2. L'impianto e' collegato alla rete di alta tensione tramite un cavidotto interrato lungo circa 18 chilometri. L'altro impianto, Potenza - Pietragalla, e' costituito da 9 turbine eoliche da 2 MW ciascuna per una capacita' installata totale di 18 MW. Il nuovo impianto sara' in grado di produrre a regime oltre 39 milioni di KWh, evitando l'emissione in atmosfera di oltre 10 mila tonnellate di CO2. I due nuovi impianti, che produrranno, insieme, 139 milioni di chilowattora all'anno, evitando emissioni di CO2 in atmosfera per 36 mila tonnellate, portano a 687 MW la capacita' eolica installata in Italia da Enel Green Power. Nel Paese, la societa' per lo sviluppo e la gestione delle fonti rinnovabili in Italia e nel mondo ha gia' in esercizio una capacita' installata complessiva di circa 3 mila MW di diverse tecnologie. 

Taormina: Concerto Coro della Polizia di Stato Catania

Venerdì’ 21 dicembre nella Basilica Cattedrale di Taormina alle 19.30 il concerto del Coro dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato  della Sezione di Catania, concerto organizzato dal Comitato “Un sorriso per Sofia” e da Daniela di Leo. Il Coro è formato da 25 elementi, 10 voci maschili e 15 voci femminili provenienti dal personale della Polizia di Stato degli Uffici Amministrativi, Operativi  da personale in quiescenza, da familiari e amici simpatizzanti.  Dirige, con grande passione e dedizione, il Maestro Mario Grimaudo, Assistente Capo della Polizia di Stato del X Reparto Mobile di Catania, felice di mettere al servizio delle Istituzioni la propria creatività artistica ed il grande talento musicale. Le voci soliste sono Monica Longo, Stefania Guarneri, Giuliana Santangelo ed Eleonora Russo. Il Coro apre il concerto con l’Inno di Mameli, seguono nella prima parte Volare, Astro del Ciel, Bianco Natale, Din Don Dan, un Medley Napoletano ed alcuni brani solo strumentali. In programma invece nella seconda parte: Tu scendi dalle stelle  (a cappella), un Medley degli anni 30/70 e Oh Happy day. Il Coro nato nel 2007 dopo la morte dell’Ispettore Filippo Raciti per i tragici eventi che segnano la storia dello stadio “Massimino” di Catania, organizza numerosi eventi e si fa promotore dello slogan: “ Poliziotto amico del cittadino”.  “Cultura, Arte, Passione  per la vita, rispetto delle Istituzioni e fiducia nella bontà dell’uomo” i Valori portanti di questo gruppo di persone accomunate dall’amore per la musica e per il canto. Il Coro partecipa spesso a eventi di beneficienza e non poteva dunque non esserci nella gara di solidarietà che ha coinvolto in questi mesi molte associazioni, enti e cittadine ioniche nella raccolta fondi per Sofia, bambina di tre anni che proprio il 21 dicembre sarà operata in California.

Armi e buffetterie dei Carabinieri: dalla Prima alla Seconda Guerra Mondiale


Dopo la Fiamma, l’Alamaro, i Cappelli e le Armi dei primi cento anni di vita dei Carabinieri, a costituire il tema di questo inserto sono ancora le Armi, nella loro funzione primaria,  la difesa della Patria. Il periodo sto-rico affrontato vede, più che mai, l’Arma impegnata nel suo duplice ruolo di arma combattente e di forza di poli-zia, che ne giustifica la necessità di adeguare costante-mente la dotazione di armi alle innovazioni tecniche. L’arco di tempo considerato, partendo dalla Grande Guerra e chiudendosi col Secondo Conflitto Mondiale,attraversato altresì dalla campagna per la conquista dell’Africa orientale, si configura come un lungo momen-to di trasformazione dell’assetto interno del nostro Paese,che per l’Arma comporta una parallela esigenza di aggiornamento delle dotazioni operative, tra cui le armi,strumenti non primari della sua funzione istituzionale,ma essenziali. Cosicché, dopo un secolo di vita, i Carabinieri sono chiamati a combattere per la Patria, non più con le carabine o con le sciabole, ma con le crepitanti armi di reparto, le mitragliatrici, anche per mano degli esordien-ti Carabinieri piloti, pionieri dell’aviazione militare.


La precedente monografia sulle armi dei Carabinieri, apparsa sull’Agenda dello scorso anno, si è conclusa con la descrizione del Moschetto mod. 1891, anticipando che esso“avrà una lunga storia”. Nella sua duplice ver-sione, corta con baionetta ripiegabile e lunga con baionetta innestata, il Carcano 91 - è que-sto il suo vero nome - è stato infatti, ininterrot-tamente, il fedele compagno dei militari dell’Arma, sui campi di guerra e sul fronte dell’ordine interno. È da precisare che la versione TS, ossia Truppe Speciali, non risulta essere stata mai assegnata ufficialmente a personale dell’Arma, ma la documentazione iconografica pervenutaci autorizza a ritenere che di essa fossero dotati i militari impegnati sul Podgora. Riprendendo la narrazione dell’armamento dei Carabinieri nel terzo cinquantennio di vita dell’Istituzione, è utile scorrere panoramica-mente la situazione degli Stati europei nel set-tore degli arsenali militari, specificamente per quanto attiene alle armi individuali. Il fucile e il moschetto restavano i mezzi di dotazione individuale maggiormente utilizzati, ancor più della pistola, non essendo l’assegnazione di quest’ultima generalizzata a tutti gli uomini in armi. Sul fucile, pertanto, si concentrarono gli studi dei laboratori balistici di tutti gli Stati. Il nostro Carcano, ossia il moschetto 91, ade-guandosi agli standard dell’epoca, si dimostrò una valida e progredita arma individuale. Contemporaneamente venne riservato un atten-to interesse per le armi di reparto, che si accin-gevano ad esordire in campo bellico con riso-lutiva predominanza. Dalla tabella a piè di pagina si può rilevare che soltanto la Francia ci aveva preceduti nell’adozione di un fucile di concezione moderna, il Lebel, il cui prototipo risaliva al 1886. E non deve sorprendere. Lo Stato transalpino, era già stato pioniere, nel1866, con lo Chassepots a ricarica rapida, feli-cemente sperimentato a danno dei garibaldi-ni l’anno successivo a Mentana. Quanto alle pistole, il confronto con la produ-zione europea non poneva il nostro Paese all’avanguardia. La nostra Glisenti 9 mm, ideata nel 1910, si rivelò poco robusta, tant’è che,interrottane la produzione, venne sostituita dal revolver Bodeo, risalente al 1889 e, più tardi, dalla Beretta 7,65 automatica. Gli altri Eserciti europei, che sarebbero stati coinvolti nella Grande Guerra (1914-18), disponevano di pistole destinate ad una carriera longeva, se non addirittura al mito, come la tedesca Luger 9 mm Po8. I Carabinieri, in quanto arma combattente, sischierarono in battaglia col Primo Reggimento Mobilitato già al momento dell’entrata in guer-ra dell’Italia contro l’Austria, nel maggio 1915. Nel luglio successivo, parteciparono alla Bat-taglia sulle pendici del Podgora. Dal Diario di guerra del proprio Comandante, il Colonnello Luigi Vannugli, rileviamo che il Reggimento comprendeva anche delle “Sezioni Mitragliatrici”al comando dei Tenenti Pietro Gaveglio, Gu-stavo Fiore e Ulrico Carozzi. Tali reparti, per-tanto, furono tra i primi ad essere dotati della nuova arma di reparto, esattamente la mitragliatrice FIAT-Revelli Mod.1914, con la quale svolsero la preparazione alla battaglia del 19luglio 1915. Però, durante l’epico fatto d’arme,essa non sparò un solo colpo, avendo il Reggi-mento Carabinieri ricevuto l’ordine di portare l’attacco alla quota 240 esclusivamente all’ar-ma bianca. E così fu, mentre dall’alto gli au-striaci riversavano sugli uomini del Col. Vannugli, con accanimento, tutto il loro potenziale di fuoco. Il progetto di quest’arma di reparto risaliva al1910, per opera di Abiel Revelli, che modificò la mitragliatrice Perino Mod. 1908, ritenuta ormai obsoleta. Prodotta in grandi quantità durante il conflitto dalla MBT (Metallurgica Bresciana Tampini), la FIAT-Revelli Mod. 14sirivelò inizialmente poco affidabile, in quanto soggetta a inceppamenti. Tale inconveniente era causato dal sistema di alimentazione dotato di una pompetta per l'olio, il quale lubrificava ogni colpo prima di incamerarlo,cosicché potesse scorrere meglio. Purtroppo,l'olio si univa con la polvere che entrava nel meccanismo, creando una pasta granulosa che faceva bloccare il meccanismo stesso. L’arma disponeva di un sistema di raffredda-mento ad acqua, che operava attorno alla canna a mezzo di un manicotto in cui era con-tenuto il liquido raffreddante. Esistevano due versioni dell'arma, una con manicotto liscio,un'altra con manicotto ondulato con nervatu-re di irrigidimento, che aumentava la dissipa-zione del calore. Una ulteriore caratteristica era lo scatto dell'otturatore, che permetteva la raffica sia continua che intermittente. Il calibro dell’arma si dimostrò insufficiente, infatti, le munizioni, contenute in una cassa da 50 colpi,erano le stesse del Carcano Mod. 91,il fucile in dotazione all'Esercito Regio. Le cartucce erano pertanto facilmente reperibili. Altro pro-blema riguardava il caricatore fisso, i cui 50colpi erano divisi in 10 compartimenti, il che diminuiva la capacità di fuoco. In seguito al Primo conflitto mondiale, la FIAT 1914fuanche utilizzata in Libia contro i ribelli fino al1931. La sua produzione terminò nel 1935,quando poi fu modificata e sostituita dalla FIAT-Revelli 35.La Grande Guerra offrì l’occasione agli eserciti di tutto il mondo di sperimentare ogni tipo di arma scaturita dalle ricerche effettuate a cavallo del XIX e XX secolo. Per quanto riguar-da l’Esercito Italiano, abbiamo già riferito della mitragliatrice. Per il fucile, ampiamente descrit-to sulla passata Agenda, limitatamente alla versione corta, ossia con baionetta ripiegabi-le, nelle pagine precedenti abbiamo delineatole caratteristiche delle versioni lunghe, con baionetta separata. Questo modello, di cui erano dotati tutti i reparti a piedi, compresi i Carabinieri in prima linea,era stato adottato in sostituzione del moschetto T.S. mod. 70/87, il 6gennaio 1900.

Le nuove pistole

Per le pistole, occorre premettere che durante la Grande Guerra i vari Corpi, pur essendo dotati di modelli specificamente prescritti, sitrovarono in casi non infrequenti a utilizzare tipi diversi di cui disponevano gli arsenali delle Grandi Unità. I Carabinieri, infatti, ven-nero dotati di pistole Glisenti,  Brixia, Tettoni,Beretta e addirittura della Bodeo del 1889,obsoleta, ma destinata ad una longevità a prova di due guerre mondiali, la prima del1914-18, la seconda del 1939-45. Su questo revolver è opportuno soffermarsi per alcune considerazioni, che concernono il problema dell’armamento affrontato da vari Stati, com-preso il nostro. Se alcuni eserciti, primo fra tutti quello tedesco, si presentarono al conflit-to con sufficienti scorte di armi e munizioni,altri sottovalutarono le proporzioni dello scontro armato che stava per sconvolgere l’in-tero pianeta e si trovarono nella necessità di correre urgentemente ai ripari. Questa situazione favorì il revolver Tettoni, praticamente scono-sciuto fino alla scoppio della Grande Guerra. La prima delle Nazioni belligeranti ad entrare in crisi produttiva fu la Francia, seguita dall’Italia.Le due nazioni dovettero rivolgersi alle fabbri-che spagnole specializzate nella produzione di un revolver derivato dal Bodeo  1889, che differi-va dall’originale soltanto per la presenza  delmarchio. Calibrata per l’Esercito Italiano in mm.10,35, prese il nome della ditta importatrice diBrescia, la Tettoni, e non ebbe mai una adozio-ne formale, ma solo lo status di arma integrativa. In effetti sulle guancette e sul lato destro figura soltanto il logo del produttore, una "OH"che attribuisce la produzione dell'arma alla“Orbea Hermanos”, ditta basca di Eibar, specia-lizzata nella produzione armiera. Nessun mar-chio ne indica l’appartenenza  alle forze armate del nostro Paese e la stessa ditta Tettoni non tentò nemmeno di assegnare il suo nome a quel revolver, che, seppure senza una assunzione ufficiale, ebbe notevole utilizzazione da parte delle nostre truppe col nome di Modello 1916,ma generalmente confuso col revolver Bodeo.Una storia meno contorta ha la pistola Glisenti,derivata da un modello progettato nel 1905dall’ufficiale di artiglieria Abiel Bethel Revelliper conto della Società Siderurgica Glisenti di Carcina (BS). Inizialmente di calibro 7,65, l’ar-ma ricalcava nella concezione e nelle linee la tedesca Luger, di cui però non eguagliava l’effi-cienza. La versione impiegata nella Grande Guerra risaliva al 1911 col nome di Pistola mod.1910.Era caratterizzata da una canna lunga 95mm. a sei righe interne destrorse, avvitata alla culatta, questa di forma squadrata, entro cui si muoveva l’otturatore. La culatta scorreva, a sua volta, sul castello dell’arma tramite due guide. Il caricatore, con una capacità di sette cartuc-ce, era alloggiato nell’impugnatura con inseri-mento dal basso. Dalla Glisenti mod. 1910 derivò nel 1912 la pistola Brixia,versione semplificata e anche migliorata rispetto al modello da cui traeva origine. Il perfezionamento consisteva nell’ir-robustimento di alcune parti e nella modifica alla sicura. Fu proprio questo secondo inter-vento ad assegnare al meccanismo la scher-zosa definizione “sicura a prova di stupido”,riferita al fatto che la stessa sicura serviva ad evitare la percussione a caricatore estratto senza tener conto che sarebbe potuto rimanere il colpo in canna. La Brixia, il cui nome derivava da quello latino di Brescia, aveva il pregio di costare molto meno rispetto alla Glisenti, il che ne giustificò la produzione su larga scala nelle fasi finali della Grande Guerra. Il conflitto era da poco iniziato quando lo Stato Maggiore italiano si rese conto che lo scontro armato tra Francia, Germania, Austria-Ungheria, Inghilterra, Russia e Italia rischiava di assumere dimensioni imprevedibili e il coinvolgimento di altri Paesi, giustificando l’aggettivo “mondiale”, per la prima volta attri-buito ad una guerra. Tale considerazione comportava la necessità di adeguare con urgenza il proprio armamento alle esigenze emerse già agli inizi del 1915. Una prima deci-sione fu quella di rivolgersi ad una antica armeria, la “Pietro Beretta” di Gardone Val Trompia (BS), che aveva da qualche tempo realizzato un prototipo di pistola automatica ideata dal capo progettista Tullio Marengoni.Si trattava di un’arma di facile costruzione,dalla meccanica ridotta all’essenziale e, cosa più importante, dal basso costo. La produzione venne avviata in tutta fretta e i primi esemplari furono già pronti nel giugno del1915. Si trattava di una pistola assai maneggevo-le, semiautomatica, con canna in acciaio sol-cata da sei righe destrorse, in calibro 9 mm. Glisenti. Quest’ultimo dettaglio era di grande rilevanza, in quanto consentiva che l’approvvigionamento delle cartucce fosse unico per due diversi modelli di pistola. Della stessa arma, prodotta in oltre 15.000 esemplari per gli Ufficiali di tutte le Armi, venne successiva-mente realizzata una versione calibro 7,65,che differiva dal modello da cui derivava perle dimensioni minori, per l’assenza della sicura posteriore sul castello e della molla ammortizzatrice di rinculo e per la mancanza dell’esplulsore, oltre che per altri dettagli minori relativi al disegno. La calibro 7,65 venne assegnata ai reparti combattenti dopo la sua presentazione alla Direzione di Artiglieria,avvenuta nel luglio 1917. Il successo della pistola Beretta nelle versioni iniziali incoraggiò la casa di Brescia a sperimentare nuove soluzioni tecniche, atte a migliorare l’arma, anche nella prospettiva di soddisfare la crescente richiesta da parte dei privati. Nel 1922, venne quindi messo in produ-zione un modello che risultò poco convincente,le cui innovazioni tecniche riguardavano in particolare l’espulsione dei bossoli attraverso un’unica apertura sul carrello, la leva della sicu-ra e il fissaggio della canna ottenuto con un incastro longitudinale. Esteticamente, l’unica variante di rilievo era nelle guanciole dell’impugnatura, non più in legno, ma in metallo bruni-to. L’Arma dei Carabinieri esitò nel prenderlo in considerazione per i suoi Ufficiali, in attesa che venisse avviata la produzione di un ulteriore modello, presentato l’anno successivo con la sigla M° 23, che venne adottato in coincidenza con il ritorno al turchino della divisa da Carabiniere, avvenuto in quegli anni dopo la parentesi della Grande Guerra e del successivo periodo di ristrutturazione ordinativa. La M° 23,tuttavia, non ebbe il successo sperato: gli stessi Ufficiali la consideravano alquanto ingom-brante e piuttosto massiccia. Ciò nonostante, sebbene prodotta in poco più di 10.000 esemplari, sopravvisse fino al 1934,in buona compagnia del revolver mod. 89, che continuava ad equipaggiare i Sottufficiali e i militari di truppa. Occorsero circa venti anni alla casa Beretta di Brescia per assicurare al suo nome una fama duratura, ottenuta col Modello 1934. Ma prima,nel 1932, aveva sperimentato nuove soluzioni intervenendo innovativamente sul M° 23conuna linea decisamente più elegante e con l’a-dozione del calibro 9 corto in sostituzione del calibro 9 Glisenti, definitivamente abbando-nato. Si trattò di una pistola dalla vita molto breve, giustificata dal carattere sperimentale del prodotto, da cui derivò l’arma corta più longeva mai adottata dalle Forze Armate italiane, chiamata Modello 34 dall’anno in cui apparvero i primi esemplari. A partire dal1938, la Beretta M 34 venne distribuita a tutti i militari dell’Arma, di qualunque grado, per restare in dotazione fino al 1977, quando sarà sostituita dal Modello 92/S calibro 9 mm. parabellum. Le caratteristiche di tale arma sono descritte nella  pagina seguente, correlate aduna esauriente documentazione fotografica.

Le sciabole

Parallelamente all’evoluzione nel settore delle armi da fuoco individuali, sia corte che lunghe, nel periodo storico che stiamo esaminando non si è verificata alcuna innovazione di rilievo relativamente alle armi bianche, ossia riguardo alle sciabole. Rappresentativa delle origini dell’Arma e delle sue tradizioni, la scia-bola ha conservato per i Carabinieri soprattutto un significato emblematico. Le variazioni succedutesi nel tempo nella sua forma, nelle misure e nel peso hanno inciso minimamente sulla sua funzione e utilizzazione, slittata progressivamente verso un ruolo unicamente uniformologico. Pertanto, proprio in ossequio alla sua finalità conservatrice dell’immagine del Carabiniere, le innovazioni sono state nel tempo contenute a irrilevanti interventi nella forma del fornimento, ossia dell’elsa e della manopola, tant’è che a partire dal Modello 1871,descritto nella precedente Agenda, si può dire che la sciabola da Carabiniere si sia avviata verso una standardizzazione irreversibile. Tale modello, con modifiche quasi impercettibili, è lo stesso in uso ai giorni nostri, cioè il Mod.71/29, dove 71 sta per l’anno iniziale di adozione e 29 per l’anno di aggiornamento. Si tratta, in sostanza, della stessa sciabola nichelata adottata per i Marescialli a piedi il 7 luglio1927, con lama ad un filo, leggermente curva,guardamano a due else, cappetta corta, pomoa spicchi, impugnatura di legno zigrinata e fodero in lamiera d’acciaio a due campanelle. Le differenze, invero modeste, furono: guarda-mano più stretto ed impugnatura in legno natu-rale liscio. Nel 1933 l’uso di questo modello venne esteso anche ai Marescialli a piedi, con la modifica dell’impugnatura, che per questi era di ebanite nera zigrinata. I Brigadieri a piedi,con la grande uniforme e con l’ordinaria, in ser-vizio dovevano però portare la dagamodello1814/34. I Marescialli a piedi hanno ancora oggi la sciabola mod. 29/33, che però non è più indi-viduale, ma è in dotazione di reparto. La sciabola mod. 71/29per i Brigadieri a cavallo, tuttora in uso, è la normale 71, nichelata, con impu-gnatura in legno naturale e fodero a due cam-panelle. I Marescialli l’avevano e l’hanno tuttora con impugnatura in legno nero. Altri dettagli sono riportati nella tavola della pagina a fronte. Per quanto attiene alla sciabola da Ufficiale, i Regolamenti relativi al periodo di cui trattiamo sono particolarmente sobri. La “Modificazione alla divisa degli Ufficiali”del 17 novembre 1927si limita laconicamente al Capo I, paragrafo 4,ad indicare “sciabola con pendagli e dragona di grande uniforme”. Nel successivo “Regolamento sull’uniforme” del 20 luglio 1931, all’art. 139 si precisa: “Sciabola -È quella prescritta per gli ufficiali di cavalleria; è obbligatoria con tutte le uniformi”. Andando a ritroso, scopriamo che la prescrizione risale al 1873, anno in cui ne ven-nero precisate le caratteristiche, rimaste prati-camente invariate, salvo che nelle tre fenditu-re della guardia, che dai documenti fotografici pervenutici risultano più ampie.

Verso l’epoca attuale

Un passo rilevante nell’armamento dei Corpi armati italiani, parallelamente a quanto avve-niva nel resto del mondo, si verificò già agli inizi degli anni ‘20, quando l'Esercito Italiano radiò tutte le armi automatiche leggere in dotazione, per poi riequipaggiarsi con le mitragliatrici leggere FIAT 24e la Breda 9C, la cui vita fu breve e scarsa di successi. Fu con la presentazione, nel 1930, della Breda 30, che ebbe inizio l’epoca attuale delle armi automa-tiche italiane, sia individuali che di reparto. Classificato come fucile mitragliatore, il Breda Modello 30fu prodotto dal 1931 fino al 1946 e venne largamente impiegato dall'Esercito Italiano in tutti i teatri di guerra. Già nel 1940risultavano costruiti oltre 30.000 esemplari. Queste le caratteristiche: Peso: 10,80 kg;Lunghezza: 1,23 m.; Lunghezza della canna:520 mm.; Calibro: 6,5 ×52 mm.; Azionamento automatico con canna e otturatore rinculanti;Cadenza di tiro: 475 colpi/min.; Velocità alla volata: 618 m/s; Tiro utile: 800 - 900 m.;Alimentazione: caricatori da 20 colpi. Nel 1938 venne presentata un’arma intera-mente automatica ideata dall’inesauribile Tullio Marangoni, il già citato capo progettista della Fabbrica d’Armi Beretta di Gardone Val Trompia. Si trattava di un’arma a ripetizione leggera, dalla straordinaria capacità di fuoco, cui venne subito assegnata la definizione di fucile mitragliatore per la sua maneggevolez-za. La differenza rispetto alle preesistenti mitragliatrici era nel suo carattere di arma indi-viduale, che la distingueva  dalle pesanti e ingombranti armi a fuoco continuo di reparto. La sua omologazione da parte dell’Ispettorato di Artiglieria avvenne nel 1938 con la sigla M.A.B 38, modificata in M.A.B. 38/A dopo una breve fase sperimentale, durante la quale l’ar-ma subì perfezionamenti non rilevanti, ma definitivi. Le caratteristiche erano: Peso 4.8 kg;Calibro 9 mm x19; Tipo di munizioni, 9 M38Fiocchi, 9 mm parabellum; Cadenza di tiro, 550 colpi al minuto; Velocità alla volata, 390m/s (9mmx19 Para), 410-420 m/s (9M38 Fiocchi9x19); Tiro utile 100-200 m; Alimentazione caricatori da 10, 20, 30 o 40 colpi. L’imminenza del Secondo Conflitto Mondiale, il cui pericolosi avvertiva incombente, indusse il nostro Stato Maggiore Generale ad accelerare la pro-duzione della nuova arma, l’unica che in qual-che misura consentiva al nostro Paese di affrontare, minimamente preparato, l’even-tuale partecipazione al conflitto. E fu proprio il M.A.B. 38/A a consentire ai nostri militari di esprimere il loro eroismo, anche in situazioni di estrema inferiorità numerica, come accad-de in Africa Orientale, sulle aspre alture di Culqualber, ove nel 1941 il Battaglione Carabinieri Mobilitato tenne lungamente testa ad un intero esercito agguerrito.

Regione: Una delegazione di lavoratori Lsu-Lpu della Piana di Gioia Tauro ha incontrato l'on. Giovanni Nucera e l'Assessore al Lavoro Francesco Antonio Stillitani


Una delegazione di lavoratori Lpu-Lsu della Piana di Gioia Tauro, alla presenza del Presidente del comitato dei Sindaci “Città degli Ulivi” Emanuele Oliveri, di tanti Sindaci dei Comuni della Piana di Gioia Tauro, e grazie alla mediazione del Segretario Questore del Consiglio regionale on. Giovanni Nucera, si è incontrata a Cittanova con l’assessore regionale al Lavoro ed alle Politiche Sociali Francesco Antonio Stillitani. 
Nel corso dell’incontro Oliveri e gli altri Sindaci presenti hanno chiesto “giustizia” per le centinaia di lavoratori Lsu-Lpu, che a fronte, di erogazioni stipendiali  ridotte, “consentono oggi in molti Comuni – è stato detto – di assicurare servizi istituzionali essenziali ai cittadini, che altrimenti non si sarebbero potuti erogare”.
Il problema della stabilizzazione definitiva di questi lavoratori è da tempo al centro di continue trattative tra Regione Calabria e Governo. L’Assessore Stillitani ha parlato di “dovere morale nei confronti di questi lavoratori, oggi assolutamente indispensabili negli Enti, che hanno diritto ad essere stabilizzati, considerando che da oltre 15 anni sono regolarmente e costantemente utilizzati in importanti servizi e nel tempo hanno assunto e svolgono anche importanti funzioni istituzionali. Tuttavia – ha risposto l’Assessore Stillitani – le regole sul rispetto del patto di stabilità dei Comuni, il Decreto sulla “Spending review” non ci consentono per il momento soluzioni”. Stillitani ha illustrato ai lavoratori le iniziative assunte dalla giunta regionale per assicurare il pagamento delle competenze arretrate ai lavoratori, e ha dato notizie del confronto avviato con il Governo nazionale, ed in particolare con il Ministro del Lavoro Elsa Fornero, “che all’iniziale disponibilità – ha raccontato Stillitani -  ha frapposto un atteggiamento di totale chiusura. Alla stessa ho cercato da far capire che non si tratta di ‘precari occasionali’ che vanno regolarizzati, ma della regolarizzazione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato che già c’è. Purtroppo non siamo riusciti ad avere un tavolo, nonostante i nostri continui tentativi, e nonostante l’esistenza di un piattaforma programmatica che la Regione ha sottoscritto con i sindacati per cercare di proporre al Governo qualche soluzione”.
“Non c’è mai stata nessuna volontà di ostruire o di bloccare il processo naturale di stabilizzazione dei lavoratori precari Lsu-Lpu della Calabria – ha quindi affermato il Segretario Questore del Consiglio regionale on. Giovanni Nucera ricordando le battaglie condotte nel 2001 per abbattere la distinzione tra queste due categorie di lavoratori, attraverso una legge che consentì di recuperare un bacino che lo Stato italiano considerava già morto. Ora il nostro impegno è quello di individuare un percorso velocizzato affinché la Calabria non rimanga la terra dell’eterno precariato”.
“Sappiamo bene che si tratta di una partita difficile – ha concluso l’on. Giovanni Nucera - Una partita che non abbiamo aperto certo noi, e non l’hanno aperta nemmeno questi lavoratori. Ma è una partita che noi abbiamo il dovere di chiudere proprio per quel rapporto di dignità che il lavoro deve avere nel nostro territorio”.
La riunione si è conclusa con la proposta di articolare un progetto che i Sindaci della Piana di Gioia Tauro, riuniti nell’associazione “Città degli Ulivi” proporranno alla Regione, per imboccare un percorso giuridico-amministrativo da sottoporre all’attenzione del Governo nazionale, che non può continuare a fare ‘muro contro muro’  verso le esigenze di questi lavoratori e non dimostra di capire e penetrare i bisogni del Mezzogiorno. 

Regione: L’Assessore Mancini sui nuovi ospedali calabresi: “Una vera e propria svolta per la nostra regione”


L'Assessore al Bilancio e alla Programmazione Nazionale e Comunitaria Giacomo Mancini – informa una nota dell’Ufficio Stampa della Giunta regionale - ha rilasciato la seguente dichiarazione: "La notizia comunicata dal Presidente Scopelliti della firma, da parte del Prefetto Gabrielli, dell’ordinanza che consente il riavvio dell’iter di realizzazione dei nuovi ospedali in Calabria, rappresenta una vera e propria svolta per la nostra regione. Dopo undici mesi di blocco inspiegabile delle procedure da parte del governo nazionale - ha affermato Mancini - adesso gli uffici preposti potranno riprendere l'iter già avviato in precedenza grazie al quale, tra l'altro, questa amministrazione aveva già recuperato i ritardi della gestione precedente. Finalmente la Regione potrà procedere speditamente nella costruzione di quattro nuovi ospedali, dando così una risposta concreta e fattiva alle richieste dei nostri concittadini. L’impegno e la determinazione del Presidente Scopelliti sono stati ripagati – conclude l’Assessore Mancini - siamo consapevoli che c’è ancora tanto da fare, ma questo governo regionale, nonostante le innumerevoli difficoltà, sta fornendo risposte concrete ai cittadini anche in un settore difficile e complicato come quello della sanità”. 

MISS ITALIA: La Calabria premia Patrizia Mirigliani


Tributo ad Enzo, patron delle miss, in occasione del Festival Cinematografico della Regione

Patrizia Mirigliani ha ricevuto, ieri sera al Teatro Cilea di Reggio Calabria, un riconoscimento per la conduzione rigorosa del Concorso, che mette al primo posto la correttezza, il rispetto delle regole, la bellezza come valore, anche etico.

L’occasione è stata il Festival Cinematografico in programma nella città, durante il quale è stato dedicato uno spazio al docu-film su Enzo Mirigliani, “Storia di un ragazzo calabrese”, che verrà proiettato questa mattina nell’Auditorium Calipari del Consiglio Regionale a Palazzo Campanella davanti a oltre 500 studenti calabresi arrivati dalle scuole di tutte le province.
«Mio padre era un uomo del sud. Aveva un grande senso della famiglia, del rispetto. Era emigrato giovanissimo da Santa Caterina dello Ionio con l’idea chiara di realizzare i suoi sogni. La sua storia può essere un simbolo per tutti i giovani che con tenacia ed impegno vogliono realizzare i loro desideri», ha detto Patrizia sul palco del teatro per il ritiro del premio. «Il concorso si rinnova continuamente uno specchio del Paese e come tale noi siamo traduttori di messaggi e cambiamenti che arrivano dall’esterno, dall’universo femminile. Il programma televisivo, nello specifico, è solo la punta dell’iceberg di un percorso», ha concluso.

Insieme alla patron, alla conduttrice Rosaria Cannavò e al direttore artistico del Festival, Bruno Di Marino, erano presenti Stefania Bivone, Miss Italia 2011, Gloria Bellicchi, Miss Italia 1998, Claudia Romeo, Miss Calabria 2012, Tonio Licordari, ex caporedattore della Gazzetta del sud, Simone De Maria, regista del docu-film dedicato a Mirigliani.

Simone Di Maria, ha spiegato come è nata l’idea della pellicola: «Il nipote di Enzo, Nicola, figlio di Patrizia, ha voluto rendere omaggio al nonno, con la realizzazione di un mediometraggio che ripercorresse le tappe più significative della sua vita, raccontando il lato privato, l’attaccamento alla famiglia, affinché dal ritratto tracciato, trasparisse la sua semplicità».

Tonio Licordari ha ricordato l’edizione di Miss Italia che si svolse al Lido comunale nel 1974, tappa voluta fortemente da Enzo Mirigliani, per lasciare un segno nella sua terra.

La serata, si è aperta con la sfilata degli abiti d’epoca della Camera regionale della Moda, dal titolo “La bellezza si veste di cinema”  ed un omaggio a Sofia Loren con la proiezione di uno spezzone tratto dal film “La ciociara”.

Federico Zampaglione, cantante e regista fondatore del gruppo dei Tiromancino, ha chiuso la serata eseguendo alcuni brani del suo repertorio.

CIS Calabria: 10 dicembre incontro su “Tradizione e trasgressione nella poesia giambica della Grecia arcaica”

Lunedì 10 dicembre, alle ore 17.00, nel Palazzo della Provincia di Reggio Calabria - Sala Biblioteca (primo piano),L’Assessorato alla Cultura dell’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria e il Centro Internazionale Scrittori della Calabria, per il ciclo di conferenze “Quattro passi … nel mondo antico …” promuovono il terzo incontro: “Tradizione e trasgressione nella poesia giambica della Grecia arcaica”. Il ciclo di conferenze, ideato dalla prof.ssa Maria Quattrone, si prefigge di fare conoscere il mondo antico, latino e greco in particolare, attraverso alcuni autori che rappresentano – se così si può dire – “Voci significative dello stesso”. Dopo i saluti del dott. Eduardo Lamberti – Castronuovo, Assessore alla Cultura dell’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria e della dott.ssa Loreley Rosita Borruto, presidente del Cis della Calabria, introdurrà al tema dell’incontro la prof.ssa Maria Quattrone, già Dirigente Scolastico del Liceo Classico “T. Campanella” di Reggio Calabria. La relazione sarà curata dalla prof.ssa Annaida Cammarata che presenterà la poesia dei grandi giambografi greci attraverso la lettura e la contestualizzazione di vari frammenti  per riscoprire  il fascino e la perenne attualità dei contenuti realistici e trasgressivi di questo genere poetico. La poesia giambica, fiorita al tramonto del mondo epico, nel VII-VI secolo avanti Cristo, svolse un ruolo pragmatico, mirato a censurare i comportamenti negativi con la riflessione, la critica, l’esortazione e anche con l’invettiva e a riaffermare gli  antichi valori seppur con modi, toni e ritmi aggressivi e inusuali. La lettura di alcuni brani sarà accompagnata al flauto da Lucia de Leo. Le traduzioni dal greco saranno interpretate  da Salvatore Venuto.

INTERNET: CENSIS, PER 72,4% STUDENTI CALABRESI USO PC SERVE AD APPRENDIMENTO MA IMPIEGO DURANTE ORARIO SCOLASTICO E' ASSAI RIDOTTO

Roma, 7 dic. - (Adnkronos) - Il computer e' sempre piu' parte integrante della vita degli studenti. E' quanto emerge da un'indagine su 2.300 studenti calabresi di eta' compresa fra 11 e 19 anni realizzata dal Censis su iniziativa della Regione Calabria, da cui risulta che il 60,7% degli studenti afferma di poter navigare su Internet anche per diverse ore senza stancarsi, il 47,3% e' convinto che l'uso del computer aumenti la propria capacita' di imparare e memorizzare, il 68,3% dichiara di saltare da un'applicazione all'altra adottando un approccio multitasking. Il 72,4% ritiene che l'uso del pc (e di Internet) abbia effetti positivi sull'apprendimento, il 64,9% pensa che le tecnologie digitali possano accrescere curiosita' e spirito di iniziativa personale, ma solo il 34,9% crede che contribuiscano ad aumentare anche le concentrazione e la riflessione.

IMMIGRAZIONE:PORTAVANO CLANDESTINI IN EUROPA, 22 ARRESTI GUARDIA FINANZA SPEZIA CONCLUDE OPERAZIONE 'CARONTE'

(ANSA) - GENOVA, 7 DIC - la Guardia di finanza della Spezia ha concluso stamani l'ultima tranche dell'operazione 'Caronte' effettuando 22 arresti tra Piemonte, Lombardia, Emilia, Liguria, Calabria e Campania. Gli arrestati, tutti nigeriani, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e riduzione in schiavitu'. L'indagine, coordinata dalla Dda di Genova, ha accertato che negli ultimi 3 anni la banda ha fatto entrare in Europa 10 mila clandestini. 

ADICO: le news


E ADESSO VOGLIONO VIETARE LE CATENE DA NEVE


6 dicembre 2012
Catene addio? Un emendamento al disegno di legge n°3533 approvato dalla commissione industria del Senato intende imporre l’uso esclusivo degli pneumatici invernali in alcune situazioni. Si legge nel testo che va prescritto «al di fuori dei centri abitati, in previsione di manifestazioni atmosferiche nevose di rilevante intensità, l’utilizzo esclusivo di pneumatici invernali, qualora non sia possibile garantire adeguate condizioni di sicurezza per la circolazione stradale e per l’incolumità delle persone mediante il ricorso a soluzioni alternative». E tutto questo potrebbe diventare legge se passasse all’esame dell’Aula.
COSA DICE LA NORMA-In sostanza, rimandando alla discrezionalità delle Forze dell’Ordine che dovrebbero valutare quale sia la «rilevante intensità», si consentirebbe la circolazione solamente a quegli automobilisti che sono dotati di pneumatici invernali. E alla decisione dei proprietari delle strade la scelta se consentire o meno l’uso delle catene. «Se non fosse che il problema delle catene o gomme invernali è un argomento molto serio – si legge in una nota dell’Associazione amici della Polizia Stradale – ci sarebbe da pensare ad uno scherzo di un prematuro carnevale. Per altro l’utilizzo in esclusiva impedirebbe alla Polizia per situazioni estreme, nei passi di montagna, di richiedere comunque il montaggio della catene.
IL REBUS DELLE CATENE-In particolare, essenziali per i veicoli pesanti non appena una salita supera il 2% di pendenza». In questo modo, salterebbe l’equivalenza fra pneumatici invernali e catene da neve, lasciando agli enti proprietari delle strade la scelta di decidere se emanare ordinanze che dicano addio alle catene durante le nevicate. Dove sono in vigore le ordinanze che obbligano alle «dotazioni invernali»? Già oggi gli automobilisti sono costretti a consultare la mappa delle varie ordinanze locali per non incorrere in sanzioni. Se trasformato in legge, questo provvedimento inserirebbe un dubbio in più: dove sono vietate le catene da neve?
LA PRECISAZIONE – Assogomma, che rappresenta i costruttori di pneumatici, precisa: «Innanzitutto si tratta di un provvedimento non ancora approvato definitivamente che dà una facoltà aggiuntiva all’Ente proprietario o gestore della strada. Pertanto non si tratta di un obbligo. Inoltre, è un provvedimento che non sostituisce il comma e), ovverosia quello che ha dato luogo all’emanazione delle attuali oltre 200 Ordinanze consultabili sul sito www.pneumaticisottocontrollo.it, che prevedono l’equivalenza pneumatici invernali o catene a bordo, ma lo può integrare, senza nessun obbligo, sulla base di precise limitazioni atmosferiche e temporali. L’emendamento ha carattere preventivo, ma condizionato ad una previsione di manifestazioni atmosferiche nevose di rilevante intensità. Di conseguenza, per quanto si può comprendere si applica solo in condizioni estreme e limitate nel tempo, che potrebbero essere soltanto ore, diversamente da quanto prevede il comma e), che disciplina un’intera stagione fredda. La norma ha una operatività laddove non sia possibile assicurare condizioni di sicurezza per la circolazione e per l’incolumità delle persone mediante il ricorso a soluzioni alternative».
Stefano Marzola

giovedì 6 dicembre 2012

Polizia: un arresto a Condofuri


Nella decorsa mattinata, personale della Squadra Mobile e personale del Commissariato di P.S. di Condofuri, nel quadro di attuazione dei servizi per il controllo del territorio predisposti dal Questore di Reggio Calabria per la prevenzione e repressione dei reati  attinenti le armi ed il patrimonio,  ha effettuato  delle perquisizioni domiciliari nel centro abitato del Comune di Melito Porto Salvo (RC) . 
Nel corso dell’operazione,  all’interno di un capanno  adibito a laboratorio  di riparazione meccanica, di proprietà di R.D. di anni  24,  residente a Melito Porto Salvo, veniva rinvenuta una  pistola semiautomatica  cal. 9x21, con matricola abrasa e completa di caricatore e 47 cartucce
Il giovane, che peraltro era stato trovato in possesso di una cospicua somma di denaro ( €. 1.560,00),  veniva tratto in stato di arresto in flagranza di reato.

Nella prosecuzione delle attività,  c/o l’abitazione di altro giovane, P.D., di anni 20, residente a Melito P.S., venivano rinvenuti articoli pirotecnici di genere vietato, di dubbia provenienza che venivano sequestrati; altresì, veniva sequestrato il telefono cellulare con il quale il predetto avrebbe  avuto contatti telefonici con  R.D.  e l’incombenza di  andare a prelevare e far “sparire” l’arma  prima che potesse essere  rinvenuta  dagli Agenti.

Mentre quanto rinvenuto veniva sequestrato, i due giovani, rispettivamente, R.D., veniva tratto in stato di arresto  e ristretto c/o la Casa Circondariale di Reggio Calabria, mentre P.D., veniva deferito all’A.G. in stato di libertà, in quanto, ritenuti  responsabili , in concorso tra  loro,  della violazione di cui all’art. 2 e 7   L. 2.10.67 nr. 895, come modificato dalla L. 497/74, art. 23 e 3 L. 110/75, art. 648 e 697, per aver illegalmente detenuto l’arma ed il relativo munizionamento. 

COSENZA - Buone Feste cosentine: slitta per il maltempo a giovedì 13 dicembre l’inaugurazione del Villaggio dei bambini. Gli appuntamenti di domani 7 dicembre


E’ slittata a giovedì prossimo, 13 dicembre, alle ore 10,00, l’inaugurazione del “Villaggio dei Bambini” che a causa delle avverse condizioni atmosferiche non è stato possibile allestire in vista della prevista inaugurazione di domani pomeriggio in  Piazza dei Bruzi.
Giovedì prossimo, alla giornata inaugurale del Villaggio, parteciperanno anche i bambini di Mormanno, la città del Pollino duramente colpita dal sisma del 26 ottobre scorso ed alla quale la città di Cosenza ha inteso indirizzare, durante le manifestazioni dedicate al Natale, una significativa campagna di sensibilizzazione per la raccolta di fondi attivata dal Comune di Mormanno  e da destinare agli interventi di ricostruzione.
Confermati gli altri appuntamenti di domani, venerdì 7 dicembre, a partire dalla degustazione gratuita di cuddrurieddri alla Fiera dei sapori, nel primo tratto di viale Giacomo Mancini, a partire dalle ore 15,30.
Particolarmente ricco si presenta domani il cartellone di “Buone Feste cosentine” sul fronte dei concerti e dell’intrattenimento.
In Piazza XI settembre, alle ore 18,00, in programma il trio unplugged (chitarra, voce e pianoforte) di Francesca Guido. Alla stessa ora, in Piazza Kennedy, concerto di musica country degli “Arizona Band”. La passione per il volto più vero e affascinante del continente americano ha ispirato questo progetto musicale che propone brani di Johnny Cash, Elvis Presley, Creedence Clearwater Revival, Alan Jackson, Lynyrd Skynyrd, Albert Lee e Waylon Jennings.
Musica funky, pop e rythm and blues sono, invece, gli ingredienti del concerto dei “Fil Mama”, previsto in via Macallè, sempre alle 18,00.
Dalle ore 17,00, lungo corso Telesio, il cartellone di “Buone Feste cosentine” propone poi lo spettacolo teatrale itinerante “Natale in Carrozza”, a cura del Parco “Tommaso Campanella”, diretto da William Gatto.
Lo spettacolo comprende monologhi notturni e dialoghi poetici di attori illuminati dai bagliori delle più ammalianti rovine della storia; lusinghe improvvise sussurrate da un "cantastorie" giunto da un viaggio in carrozza con un sentimento desueto, racconti guidati negli angoli incantati della città di Cosenza.
L’itinerario prenderà le mosse da Piazza dei Valdesi.
Durante il percorso, il cantastorie, a bordo di una carrozza legata ad un cavallo, in compagnia di musicisti e di una ballerina, effettuerà un giro nei vari quartieri della Cosenza storica, toccando i luoghi più significativi della città antica: Piazza Piccola, Piazza Duomo, Piazza Parrasio, Piazza XV Marzo, Villa vecchia, per poi rifare l’itinerario a ritroso lungo corso Telesio per consentire ai viaggiatori di visitare le botteghe del corso. L’invito rivolto dal Parco “Tommaso Campanella” è a passeggiare spensieratamente nella "via dei mercanti", "la via degli orefici" e" la giostra nuova".
Alle ore 18,00, sempre in corso Telesio, prevista l’esibizione del Duo etno-folk Melody, formato da Noemi Guido e Maurizio Aloise, e arricchito dalla presenza di Fausto Guido, alle tastiere e alla fisarmonica.
Dalle 20,00 in poi, sia in Piazza Parrasio che lungo Corso Telesio, dj set con Nandino e Dj Kerò. 

FS: ALLE REGIONI 1,5 MLD PER TRENITALIA FONDI DIVISI IN DUE TRANCHE. QUESTI I FINANZIAMENTI ALLE REGIONI

(ANSA) - ROMA, 6 DIC - Arrivano alle Regioni 1,5 miliardi di euro dovuti dal Governo per i servizi di trasporto su ferro erogati da Trenitalia. Queste le cifre che spettano ad ogni Regione. 

REGIONI % STORICHE RIPARTO RISORSE 2012 

ABRUZZO 2,67%                            31.555.717,40 
BASILICATA 1,74%                         20.508.803,03 
CALABRIA 5,42%                            63.973.765,23 
CAMPANIA 10,21%                        120.498.864,52 
E-ROMAGNA 5,43%                         64.128.628,52 
LAZIO 11,95%                               141.095.681,51 
LIGURIA 5,55%                                65.522.398,08 
LOMBARDIA 14,17%                       167.267.576,80 
MARCHE 2,39%                                28.200.346,23 
MOLISE 1,50%                                 17.669.642,80 
PIEMONTE 13,67%                           161.331.150,84 
PUGLIA 3,62%                                   42.705.873,98 
TOSCANA 12,07%                            142.541.072,18 
UMBRIA 2,29%                                  27.013.061,03 
VENETO 7,33%                                  86.532.183,85 
TOTALE 100,00%                          1.180.544.766,00 



REGIONI PERCENTUALI STORICHE RIPARTO RISORSE DL 2011 

ABRUZZO 2,67%                                   8.393.155,05 
BASILICATA 1,74%                                5.454.908,90 
CALABRIA 5,42%                                 17.015.671,80 
CAMPANIA 10,21%                               32.050.155,61 
E. ROMAGNA 5,43%                              17.056.862,17 
LAZIO 11,95%                                      37.528.474,37 
LIGURIA 5,55%                                     17.427.575,46 
LOMBARDIA 14,17%                              44.489.646,33 
MARCHE 2,39%                                       7.500.697,11 
MOLISE 1,50%                                        4.699.752,18 
PIEMONTE 13,67%                                 42.910.682,27 
PUGLIA 3,62%                                       11.358.861,45 
TOSCANA 12,07%                                  37.912.917,79 
UMBRIA 2,29%                                        7.184.904,30 
VENETO 7,33%                                      23.015.735,20
 TOTALE 100,00%                                 314.000.000,00

'NDRANGHETA:OPERAZIONE INFINITO,ALTRE 40 CONDANNE MILANO RISARCIMENTI A LOMBARDIA (1,2 MLN), PRES. CONSIGLIO E MINISTERI

(ANSA) - MILANO, 6 DIC - Centocinquanta condanne. E' questo il bilancio complessivo del maxi blitz anti-'ndrangheta scattato in Lombardia nel luglio del 2010: ad un anno dalle 110 condanne disposte in abbreviato dal gup Roberto Arnaldi, oggi se ne sono aggiunte una quarantina, con pene comprese tra i 3 e i 20 anni. Era stata battezzata Operazione Infinito, obiettivo colpire presunte infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia. Il collegio dell'ottava sezione penale di Milano ha stabilito la pena piu' alta, 20 anni, per Pio Candeloro. Sono 18 gli anni per Giuseppe 'Pino' Neri, per l'accusa ex capo della struttura di vertice della 'ndrangheta in Lombardia ('La Provincia'), 13 anni e 6 mesi quelli per l'ex carabiniere Michele Berlingieri. Ancora, tredici anni per l'ex direttore della Asl di Pavia Carlo Chiriaco, definito dagli investigatori ''figura inquietante e paradigmatica''. Tra le altre c'e' anche la condanna a 12 anni per l'imprenditore Ivano Perego. Per loro i giudici, presieduti da Maria Luisa Balzarotti, hanno stabilito anche, a pena espiata, 3 anni di liberta' vigilata. Oltre ai verdetti (compresi di tre assoluzioni), il collegio ha definito una 'pioggia' di risarcimenti che alcuni tra gli imputati sono stati condannati a versare in solido. La cifra piu' alta e' stata assegnata alla Regione Lombardia: un milione di euro piu' 200 mila euro da parte di Chiriaco. Cinquecentomila euro per la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Risarcimenti spettano anche ai ministeri dell'Interno e della Difesa. Cosi' come tra gli altri sono stati disposti 300 mila euro alla parte civile Regione Calabria, la stessa cifra al Comune di Bollate, Pavia, Seregno, Desio e la provincia di Monza e Brianza. Un religioso silenzio ha accompagnato la lunga lettura del dispositivo avvenuta all'interno dell'aula bunker di via Filangeri, al cospetto di imputati fuori e dietro le sbarre, di familiari e una platea di giornalisti. Un silenzio interrotto solo per un attimo da una reazione di sconforto venuta da parte di familiari. Si e' chiuso cosi', in primo grado, un altro capitolo delle indagini 'Infinito' della Dda di Milano, guidata da Ilda Boccassini che avevano individuato una quindicina di presunte 'locali' della 'ndrangheta sparse per Milano e dintorni. In 174 vennero arrestati in Lombardia e la Procura di Milano chiese e ottenne il giudizio immediato. Piu' di una decina hanno gia' patteggiato, un centinaio sono stati giudicati con rito abbreviato, ora in corso d'appello, oggi e' stata la volta del primo grado di quelli che avevano scelto il rito ordinario.