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venerdì 18 maggio 2012

Reggio Calabria: Le “Volanti” e la Squadra Mobile arrestano sette persone


Gli operatori della Polizia di Stato dell’Ufficio Volanti e della squadra Mobile, in ossequio alle direttive del Questore di Reggio Calabria, Dott. Carmelo CASABONA, hanno tratto in arresto, in diverse circostanze operative, sette persone dando costante prova di impegno per l’affermazione della legalità in un territorio complesso come la provincia reggina.
Nella prima circostanza si sono resi protagonisti gli uomini delle “Volanti” dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico.
L’attenta attività di osservazione e vigilanza sulla sicurezza dei cittadini, in particolar nelle ore notturne, ha consentito l’arresto in flagranza di reato di tre soggetti di origine rumena per il reato di tentato furto aggravato in concorso.
Nel perlustrare gli spazi urbani, si procedeva al controllo in via Monsignor De Lorenzo, di due uomini ed una donna, PIRVU Cezar Marian, cl.’79, NEAGA Irinel, cl’78, e TICANA Ionela, cl.’85, già noti alle forze di polizia, i quali si aggiravano con “fare sospetto” nei pressi di un noto negozio di acconciature. Nel corso della verifica si  rinvenimento a pochi metri di distanza, in un vicolo adiacente, un borsone aperto, con all’interno un vero e proprio assortimento di utensili, tutti idonei allo scasso, tra i quali un “piede di porco”, una serie di cacciaviti di varia misura, guanti in lattice, un seghetto, un paio di cesoie e lampade tascabili. Il “cerchio si chiudeva” con l’immediata constatazione della presenza di evidenti segni di effrazione ai danni degli ingressi del vicino esercizio commerciale.
Sul posto, si faceva interveniva personale del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica per i rilievi del caso ed il proprietario, che appositamente allertato, constatava l’accaduto e formalizzava regolare denuncia.
I tre soggetti venivano pertanto accompagnati negli Uffici della Questura, dichiarati in stato di arresto per il reato di tentato furto aggravato in concorso e messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per l’odierno giudizio per direttissima.

Nella seconda circostanza, gli investigatori della Squadra Mobile, della Sezione Criminalità Organizzata hanno notificato ai detenuti MORABITO Vincenzo cl. 68 e VIRGILIO Rocco cl. 51 una nuova ordinanza di custodia  cautelare in carcere, emessa il 14 maggio u.s. dal GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale DDA in accoglimento delle risultanze investigative emerse dalle indagini della Squadra Mobile.
Il suddetti MORABITO e VIRGIGLIO sono ritenuti responsabili del reato di favoreggiamento per aver favorito lo stato di latitanza di GALLO Rocco Gaetano, esponente della cosca BELLOCCO tratto in arresto il 28.04.2012, collaborando attivamente con lo stesso nella cura dei suoi interessi ed affari, offrendogli così il modo e la copertura per attendere a ciò senza esporsi all’attenzione dell’autorità di polizia, reato aggravato dall’art. 7 legge 103/91 per aver agevolato l’attività dell’associazione di stampo mafioso di riferimento.
In particolare, VIRGIGLIO Rocco, titolare della ditta “Campo Verde di Rocco VIRGIGLIO” sedente a Candidoni in via Forestella si metteva a disposizione di GALLO Rocco Gaetano, nel periodo in cui questi trascorreva la latitanza, fornendogli appoggio logistico e l’utilizzo di una carta di credito intestata alla predetta società “Campoverde”.
Parallelamente al VIRGIGLIO, MORABITO Vincenzo si metteva a disposizione del latitante GALLO gestendo, per suo conto, gli interessi economici dell’azienda VenetaFrutta S.r.l., utilizzando anche utenze telefoniche intestate al latitante GALLO per trattare con clienti e fornitori ed incontrandosi con il fuggiasco presso il terreno sito in Candidoni in via Forestella, consentendogli di eludere le ricerche dell’Autorità, reato aggravato dall’art. 7 legge 103/91 per aver agevolato l’attività dell’associazione di stampo mafioso BELLOCCO, con l’ulteriore aggravante della recidiva reiterata per il MORABITO.
Come si ricorderà, in data 28.4.2012, personale della sezione criminalità organizzata della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di PS di Gioia Tauro, nel corso di mirata attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, localizzava e catturava in una campagna di Candidoni, prossima all’abitato di Rosarno, all’interno di un casolare dove stava pranzando con alcuni familiari e altri favoreggiatori, il latitante GALLO Rocco Gaetano classe 1953, appartenente alla potente cosca di ‘ndrangheta denominata BELLOCCO, operante in Rosarno (RC).
Nel corso dell’operazione che ha portato alla cattura del latitante sono stati tratti in arresto anche MORABITO Vincenzo classe 1968, commerciante, Virgilio Rocco classe 1951 commerciante e il cittadino marocchino Mahjoubi Abdellah classe 1977, con l’accusa di favoreggiamento aggravato.
Il nome di GALLO Rocco Gaetano è legato alla nota operazione antimafia denominata “Rosarno è Nostra”, che all’esito di un’articolata e complessa attività d’indagine svolta dalle Squadra Mobili di Reggio Calabria e Bologna, in data  22.07.2009 aveva consentito alla Polizia di Stato di eseguire 6 decreti di fermo di indiziato di delitto, emessi dalle Direzioni Distrettuali Antimafia delle città sopra menzionate, nei confronti di altrettanti elementi di spicco della consorteria mafiosa facente capo alla famiglia BELLOCCO, ritenuti responsabili di aver fatto parte di un’associazione per delinquere di stampo mafioso operante in Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro e nel capoluogo emiliano.
GALLO Rocco Gaetano è legato da rapporti di affinità con BELLOCCO Francesco classe 1989, esponente di rilievo dell’omonimo casato di ‘ndrangheta, latitante dal gennaio 2010 in quanto sottrattosi all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa per associazione mafiosa nell’ambito della citata operazione di polizia “Rosarno è nostra”, dal momento che costui è fidanzato con la figlia del GALLO, di nome Sabrina (classe 1990), con la quale ha generato una figlia nell’agosto 2011.
 Il predetto GALLO, in particolare, è ritenuto il referente in Emilia Romagna di BELLOCCO Carmelo (padre del latitante Francesco), nei confronti del quale, secondo quanto emerge dalle indagini relative all’operazione Rosarno è nostra, si era adoperato per fargli ottenere l’affidamento in prova ai servizi sociali, assumendolo presso la “Veneta Frutta” srl di cui era amministratore, mettendo a disposizione la propria abitazione anche per occultare armi e recandosi in Calabria per portare messaggi ai sodali della cosca.
            L’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere a carico di GALLO Rocco Gaetano è divenuta definitiva ed esecutiva il 5 marzo 2012 ad esito della pronuncia della Suprema Corte di Cassazione che aveva accolto il ricorso presentato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria avverso il provvedimento con il quale il Tribunale del riesame in data 27.08.2009 aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in data 10.8.2009 dal GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria.
Dall’inchiesta ‘Rosarno è Nostra’ era emerso uno scontro tra la cosca dei BELLOCCO e quella degli AMATO, entrambe originarie di Rosarno ma trasferitesi in Emilia Romagna. All’origine dello scontro c’era l’omicidio di Cosimo AMATO, classe 1959, avvenuto a Rosarno l’11 settembre del 1989 e la scomparsa di Mario Amaro classe 1961, vittima della lupara bianca.

Inoltre, alle prime ore della mattinata odierna, sempre personale della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Bovalino (RC) ha dato esecuzione all’Ordinanza di ripristino di misure cautelari nei confronti di:

1-         STRANGIO Giovanni, nato a Locri (RC) il 2.09.1966 residente a Duisburg (D) Tonhallenstrabe nr.11, di fatto domiciliato a Bovalino (RC) in via degli Oleandri nr.3, già contitolare del ristorante “Da Bruno” di Duisburg (D) unitamente al fratello STRANGIO Sebastiano, nato a Locri il 5.12.1968, quest’ultimo vittima della c.d. strage di Duisburg del 15 agosto 2007;

2-         MARMO Achille, nato a Locri (RC) il 2.11.1974 residente a Benestare (RC) in C.da Bosco nr.50, fratello di un’altra delle vittime della strage di Duisburg (D), MARMO Marco, nato a Locri (RC) l’11.07.1982;

STRANGIO Giovanni e MARMO Achille, già sottoposti a misura cautelare e condannati in primo grado per il reato di associazione mafiosa ad otto anni di reclusione nell’ambito del processo Fehida, erano stati scarcerati per decorrenza dei termini della misura cautelare in attesa che la Corte di Cassazione si pronunciasse sul ricorso presentato dagli stessi avverso il Provvedimento nr.709 P/11 R.T.L., nr.1895/07 R.G.N.R. D.D.A., nr.22/11 Imp. Proc. Gen. e nr.08/10 R.G. Corte Ass. App. RC che già ne disponeva nuovamente la custodia.

Per comprendere lo spessore criminale mafioso dei ricercati è opportuno soffermarsi sulla “Faida di San Luca”, il cui segnale d’inizio della è stato determinato da una banale lite scaturita a seguito di un lancio di uova durante una festa di Carnevale del 1991 (passato alle cronache giudiziarie come il cd. Scherzo di Carnevale). Il bollettino di “guerra” fece registrare due persone rimaste uccise, ed altre due gravemente ferite, tutti noti esponenti della cosca mafiosa di San Luca denominata NIRTA-STRANGIO.

E ancora, in data in data 1 maggio 1993, si verificò il fatto di sangue più eclatante individuato nella c.d. “Strage del primo maggio”, allorquando il gruppo “NIRTA-STRANGIO” eliminò violentemente VOTTARI Giuseppe classe 52 e PUGLISI Vincenzo classe 74, generando l’immediata reazione del gruppo “VOTTARI”, che, nella stessa serata, eliminò STRANGIO Antonio classe 53 e PILIA Giuseppe classe 1970.

Nella serata del 25 dicembre 2006, a San Luca (RC), si verificava l’omicidio in pregiudizio di STRANGIO Maria ed il ferimento di tre persone. Il tragico fatto di sangue occorso il giorno di Natale 2006 (e da qui denominato “La Strage di Natale”) è stato evento eccezionale mai avvenuto in contesti di ‘Ndrangheta ove le donne sono ricoperte da un alone di “sacralità”, ed è stato prodromico alla cd. “Strage di Duisburg”, consumata in territorio tedesco il 15 agosto 2007 quando alle ore 2 di notte in Duisburg (Germania) venivano assassinati 6 cittadini italiani, tutti attinti da numerosi colpi di arma da fuoco  mentre si trovavano all’esterno del tristemente famoso “ristorante da Bruno” tra i quali, per l’appunto, i fratelli degli odierni arrestati MARMO Marco e STRANGIO Sebastiano.

Oltre ai predetti, alle ore 02,24 del 15 agosto 2007, in Duisburg (Germania) in Muellheimerstrasse, venivano assassinati:

          PERGOLA Francesco, nato a Locri il 18.07.1985;
          VENTURI Tommaso Francesco nato in Germania il 14.08.1989;
          PERGOLA Marco, nato a Locri il 13.09.1987;
          GIORGI Francesco, nato a Locri il 25.08.1990;

L’episodio delittuoso, da subito, è stato inquadrato nella c.d. “faida di San Luca” tra le cosche “VOTTARI – PELLE – ROMEO” e “STRANGIO – NIRTA”, riesplosa in maniera violenta a seguito dell’omicidio di Maria STRANGIO avvenuto il 25 dicembre del 2006, del quale la strage di Duisburg può senz’altro considerarsi la prima vera risposta della consorteria mafiosa “NIRTA – STRANGIO” all’omicidio della donna, moglie di NIRTA Giovanni Luca.

Una delle vittime, MARMO Marco, era uno dei principali affiliati alla cosca avversa “VOTTARI – PELLE – ROMEO” e già in un’occasione si era recato in Germania per acquistare delle armi ad elevato potenziale da utilizzare in San Luca ed aveva, altresì, in passato, instaurato una lunga trattativa con personaggi criminali gravitanti nell’area della capitale per l’acquisto di una grossa quantità di armi provenienti dalla ex Jugoslvia, poi non andata in porto.

Il 30.08.2007, i P.M. Dottori BOEMI, GRATTERI, FIMIANI e PERRONE CAPANO della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria emettevano l’Ordinanza di Fermo di indiziato di delitto e contestuale richiesta di custodia cautelare in carcere (Operazione Fehida) a carico di circa 30 indagati ritenuti responsabili del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso.

Sono poi proseguite mirate indagini in ordine ai gravi episodi delittuosi da ricondursi  alla “guerra di mafia” chiamata comunemente “Faida di San Luca” intervenuta tra le consorterie mafiose NIRTA-STRANGIO e PELLE-VOTTARI ed alla cattura dei tre pericolosi latitanti di ‘Ndrangheta STRANGIO Giovanni, ROMEO Francesco e NIRTA Giuseppe.





L’arresto dei tre latitanti avveniva il 23 novembre 2008, per NIRTA Giuseppe ed il 12 marzo 2009, intorno alle 23:15 ora locale, per i ricercati STRANGIO Giovanni e ROMEO Francesco, arresti questi operati dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Reggio Calabria, dal Servizio Centrale Operativo e dal Bundeskriminalamt tedesco (B.K.A.) e dalla Nationale Crime Squad della Polizia olandese.

Infine, in data 11 febbraio 2010, la Sezione Criminalità Organizzata eseguiva un ulteriore  misura cautelare in carcere (Operazione Fehida III) che ha attinto 10 (dieci) indagati, tutti ritenuti elementi di spicco della potente cosca di ‘ndrangheta NIRTA -STRANGIO operante in Italia, nel “Locale” di San Luca (RC), e in Germania, nel territorio di Kaarst e Duisburg.

Tra di essi, NIRTA Sebastiano ed il NIRTA Giuseppe, entrambi attinti dalla cennata misura cautelare, ritenuti responsabili del reato di concorso in omicidio pluriaggravato - unitamente al boss STRANGIO Giovanni cl. 79, poiché anch’essi coinvolti, quali killer ed esecutori materiali, nella strage di Duisburg, consumata, com’è noto, in data 15/08/2007 e per i quali è in corso il processo di primo grado (che ha già visto STRANGIO Giovanni cl. 79 condannato in primo grado alla pena dell’ergastolo).

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